giovedì 23 febbraio 2012


" [...] La questione, nel congresso Sessualità e politica, ha trovato ancora di più il modo di precisarsi. Ma, intanto, già sessualità è in un’accezione differente da quella di Freud, perché c’è qualcosa che oscilla in Freud fra il naturalismo e ciò che naturalismo non è. Leggendo tra le righe Freud e restituendo il suo testo, noi possiamo dire che il significante sessualità, che egli ha coniato, può essere colto in un’accezione non naturalistica. Però ci sono anche le premesse, nel suo discorso, dello sperimentalismo e del naturalismo, anche se più di una volta egli dichiara di non fare sperimentalismo. Sopra tutto, il suo intervento è nettissimo per quanto riguarda la psicoterapia: la sua non è psicoterapia, quindi non rientra nella cura del dualismo psicofisico, non è la cura dell’unità corpo-psiche, sul modello ontologico. La sessualità è intellettuale, incomincia a emergere con Freud, quindi anche con Lacan. Nel discorso di Lacan, essa scivola verso quello che egli chiama il reale.
Ecco la questione: la sessualità non è reale, la politica non è reale, ovvero la sessualità, la politica, non appartiene al registro dell’impossibile, al labirinto, al registro della legge della parola e al registro dell’etica della parola. La sessualità sta nell’intervallo tra questi due registri: sta dove le cose si raccontano e si fanno; segnatamente dove si fanno. E non si fanno, se non si raccontano. Il racconto è sogno e dimenticanza. Questo implica che una funzione, esclusa dal discorso occidentale, la funzione di Altro, è essenziale per la sessualità, per il racconto, per il fare, per la poesia. Cogliere la funzione di Altro come essenziale per la politica è una cosa che chiamare rivoluzionaria è un eufemismo, perché la politica con l’ontologia sorge espungendo l’Altro, rappresentandolo, personificandolo. Il principio del due non è il principio dell’unità, quindi di non contraddizione, d’identità, del terzo escluso, principio di circolarità. La logica predicativa esclude la politica intellettuale, la politica pragmatica, la politica irreale.
La sessualità è questo. La sessualità è politica: politica dell’ospite, politica dell’Altro. Non può essere determinata dal criterio dell’armonia sociale, della proporzione sociale, della simmetria sociale, della relazione sociale, da nessuna genealogia, da nessuna appartenenza a un gruppo, a una casta [...] " -La politica dell'ascolto-

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