giovedì 21 giugno 2012
La Chimera
21 settembre
venerdì 8 giugno 2012
La sintassi della paranoia
"A questo punto, si potrebbe pensare che una proposizione formata di tre parole, quali "Io lo amo", possa essere contraddetta in tre modi diversi. Le idee deliranti di gelosia contraddicono il soggetto, quelle di persecuzione contraddicono il verbo e l'erotomania contraddice l'oggetto. Ma in realtà è possibile un quarto genere di contraddizione, quello cioè che respinge tutto il complesso della proposizione: "Io non amo affatto, non amo nessuno". Siccome però, la libido deve pur rivolgersi a qualche cosa, questa affermazione sembra essere l'equivalente psicologico della preposizione: "Amo solo me stesso". Questo genere di contraddizione darebbe luogo alla megalomania, considerabile come un'ipervalutazione sessuale dell'Io che può in tal modo estromettere quell'ipervalutazione dell'oggetto d'amore che già ci è nota. [...] Coloro che non si sono completamente svincolati dallo stadio del narcisismo, vale a dire hanno su questo punta una fissazione, che può diventare una predisposizione per una successiva malattia, sono esposti al pericolo che un empito di libido particolarmente intenso, non riuscendo a trovare altro sfogo, conduca alla sessualizzazione delle pulsioni sociali, con la conseguente perdita della sublimazione, realizzata nel corso dell'evoluzione. Le nostre analisi ci rivelano che i paranoidi lottano per difendersi da tale sessualizzazione delle loro cariche psichiche istintuali sociali, per cui siamo indotti a supporre che il punto di minore resistenza del loro sviluppo debba trovarsi negli stadi dell'autoerotismo, del narcisismo e dell'omosessualità, stadi nei quali si dovrà trovare anche la predisposizione alla malattia, predisposizione che, forse, potrebbe essere definita con maggiore esattezza. Analoga disposizione dovrebbe essere riconsociuta anche nei pazienti affetti da dementia precox o schizofrenia." [Il caso di Schreber. Osserazioni psicoanalitiche sul resoconto autobiografico di un caso di paranoia, Freud, 1911]
martedì 5 giugno 2012
Pensieri sparsi V
Pensieri
sparsi,
un nastro
adesivo
matite
colorate…
Oggi, un
violinista in metrò!
Il tempo è
cosa strana:
le stagioni
si dileguano
e le
giornate s’allungano.
È il nulla,
l’infinito,
un libro di
saperi;
l’empia
solitudine,
una farfalla
nella notte.
Son occhi nel
deserto
quelli che
lo sguardo
spingono
sino al miraggio;
un’angoscia divina,
un nastro
d’argento,
la dama accusata
per un vessillo
regale
sul seno.
Ma dite al pettirosso
quello con
la cravatta
color
vermiglio,
quello con
l’emblema boReale
che gli
incornicia il collo,
-di non temere-,
-di non temere-,
poiché la
speranza
è una livrea
del tempo.
Francis
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