Pensieri
sparsi,
origami di
notte.
Carte da
imballaggio,
scatoloni,
il treno
quest’oggi è in ritardo.
In un
angolo,
un
pomeriggio d’inverno.
Una piaga
scarlatta,
una
cicatrice nel cielo.
Cumuli di
foto;
intorno a noi
cade la neve.
È
impossibile, mi dico.
È di marchio
regale, il Tempo.
L’Assurdo
suggella l’aria,
e nello
stesso momento,
il carro si
fa pesante.
Imperiale
afflizione
Di occhi
tropo vicini,
È un gioco
d’origami,
un sorriso
di granito:
la fistola
della parola
-che incede
sul binario-
in nome di Nicodemo.
Francis
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